La diagnosi di tumore e lo stato di malattia alterano profondamente l’equilibrio psico-fisico e socio-relazionale della persona che percepisce una minaccia non solo all’integrità fisica ma anche al senso di identità personale. La maggior parte delle terapie chirurgiche e farmacologiche lascia segni sul corpo che riportano in ogni momento alla condizione di malato e che possono alterare la percezione che il paziente ha di se stesso, il senso della propria identità e il suo modo di vivere le relazioni. Se a livello fisico la malattia oncologica rappresenta un attacco alle radici della vita stessa, il corpo, a livello psicologico, accanto a reazioni emotive di profonda sofferenza (shock, ansia, stato di allarme, preoccupazione, abbassamento del tono dell’umore …) importanti alterazioni riguardano l’immagine di sé, l’autostima, le relazioni con gli altri e la dimensione della sessualità. L’immagine di sé può essere definita come la rappresentazione mentale del proprio corpo e l’insieme dei pensieri e dei sentimenti a questo associati. Il corpo è al centro dell’esperienza della persona con malattia oncologica: il corpo si ammala, si indebolisce, può subire profondi cambiamenti (cicatrici e mutilazioni fisiche, alopecia, aumento/perdita di peso, colorito che cambia …). Il corpo spesso non viene più sentito e riconosciuto come proprio e inoltre i cambiamenti estetici sono il segno visibile a se stessi e agli altri della malattia. Le preoccupazioni più frequenti legati al corpo e all’immagine di sé sono quelli relativi alla possibile perdita dei capelli, alla diversità auto-percepita ed etero-percepita (mi riconoscerò? mi riconosceranno?), alla paura per la propria integrità fisica ed estetica. I vissuti e le preoccupazioni relative ai cambiamenti nell’aspetto fisico risultano essere associati ad una compromissione significativa della qualità della vita in termini di aumento del livello di distress, aumento di ansia e depressione, bassa autostima e perdita della fiducia in se stessi. Insicurezza, paura, vergogna e demoralizzazione possono intaccare la dimensione relazionale della persona con conseguente impoverimento delle attività e della relazioni sociali, disagio nelle interazioni con gli altri e tendenza all’isolamento. Tutto ciò va ad interferire con l’adattamento psicosociale amplificando la sofferenza. I sentimenti provati possono essere quelli di abbandono, di solitudine e di isolamento. Anche la sessualità, importante aspetto della qualità della vita della persona, può risultare compromessa e subire alterazioni: dal calo del desiderio e dell’interesse sessuale, alla vergogna o al timore di essere respinti. Tutto ciò può determinare distress.
Con l’affermarsi del modello bio-psico-sociale nell’ambito della medicina è cambiato il modo di guardare alla salute considerata non più come condizione di “assenza di malattia” ma come migliore condizione di benessere possibile data dall’interazione di fattori biologici, psicologici e sociali (OMS, 1948). Cambiamento radicale che ha determinato uno spostamento da un’attenzione esclusivamente rivolta alla malattia ad un interesse per la persona con malattia, dall’obiettivo della guarigione a quello, più umanamente ambizioso, del prendersi cura. Parliamo di “umanizzazione delle cure” quando diamo centralità alla persona e ai suoi bisogni, non solo quelli medico-sanitari ma anche psico-sociali. L’obiettivo è quello di ridurre i livelli di distress e promuovere il benessere della persona.
All’interno di questa cornice hanno trovato riconoscimento, tra i bisogni psicosociale, anche quelli legati all’estetica: bisogni che hanno a che fare con il corpo, con la percezione che la persona ha del proprio corpo, con la necessità di potersi prendere cura di sé e della propria immagine nonostante la patologia, le terapie e gli effetti collaterali delle cure.
Da un punto di vista psicologico, i benefici dell’estetica oncologica trovano il loro primo fondamento nella possibilità che viene riconosciuta alla persona di poter esplicitare preoccupazioni di natura estetica, spesso taciute per il timore del giudizio e per il pensiero che, di fronte alla malattia, queste possano apparire superflue, irrilevanti e banali. Come se non fosse legittimo avere il desiderio di sentirsi a proprio agio con il proprio corpo!
Azioni di informazione, educazione ed assistenza dal punto di vista estetico da parte di professionisti opportunamente formati, da attuarsi prima, durante e dopo i trattamenti oncologici, contribuiscono in misura significativa ad interrompere il circolo vizioso della compromissione del benessere psico-fisico della persona. Per la persona con malattia oncologica sapere che, accanto alle terapie oncologiche, esiste la possibilità di prendersi cura di sé attraverso la cura del proprio corpo e della propria “bellezza” può cambiare molto la percezione di se come malata di cancro e quindi la qualità della vita. Il sentirsi legittimati a esplicitare i propri bisogni di “bellezza” costituisce il primo passo insieme alla consapevolezza di poter ricevere risposte adeguate e accurate. I trattamenti di estetica oncologica risultano essere correlati ad una significativa riduzione del distress emotivo associato alla malattia e ad un miglioramento della qualità della vita della persona: aumenta il tono dell’umore, migliorano la percezione di sé e il sentimento di fiducia in se stessi, aumentano l’autostima e la sicurezza nelle relazioni con gli altri.
Dott.ssa Maria Crea
Psicologa- Psicoterapeuta