“Non vi libererete presto di me”.
È la prima frase pronunciata da Angela rivolgendosi alle sue amiche, appresa la notizia di aver un tumore al seno. Tosta e caparbia, lei, da quel momento non ha mai mollato: “guai a farlo” si è ripetuta ogni giorno.
E durante la nostra chiacchierata lo si capisce benissimo.
“Oggi posso dire che sicuramente ci sono malattie peggiori. Io sono fortunata”,
dice con un sorriso beffardo. Di quelli che ti spiazza. E subito, col suo sarcasmo, aggiunge:
“Sono una finta malata. Io ho deciso di vivere la vita, ogni volta che si è presentata una situazione brutta”.
Inizia tutto da uno screening, rinviato per tanto tempo, fino a quel giorno: “Mi sentivo che qualcosa non andava. Sensazioni. E così è stato”.
Angela, 53 anni, è una donna che affronta la vita col sorriso e la consapevolezza che “la sofferenza prima o poi passa”. Per lei, sposata da 26 anni, il cancro non è una malattia è “la” malattia. Perché il cancro cambia la visione delle cose e della vita, e lei lo sa bene.
Qualche anno prima, aveva imparato a conoscere la malattia, entrata dalla porta principale della sua famiglia, travolgendola:
“Mia mamma ha avuto un cancro al seno sinistro e anch’io, a distanza di tempo, ho scoperto lo stesso male. Fortunatamente è stato preso in tempo, sono stata operata a Milano”.
Angela ricorda ogni singolo istante, ogni parola, ogni espressione, ogni gesto, ogni inflessione della voce di quando, ormai quattro anni fa, dopo aver fatto la prima mammografia della sua vita – a 49 anni – il medico le disse, dopo aver fatto accomodare anche le sue amiche, che qualcosa non andava. Era chiaro fin da subito che andavano fatti tutti gli esami del caso e sperare di riuscire a togliere quell’intruso. È per questo che il primo pensiero, dopo il responso, andò alla mamma. Al come darle la notizia.
“Lei conosceva già il male – racconta – e mi spaventava il principio del morbo di Alzheimer comparso a quei tempi. L’unica cosa che mi disse fu: perché?”.
Intervento, terapie, mastectomia e tutto ciò che andava fatto, sono stati il suo pane quotidiano, per i dieci anni consecutivi all’intervento. Angela segue la terapia ormonale, tecnicamente conosciuta come ormonoterapia. “Fortunatamente i momenti bui, che ci sono, passano velocemente. Mi ha ferito più la mancanza di un figlio che il tumore”.
Angela naturalmente non nega di aver avuto paura, la malattia non è stata una sua scelta: “io ho paura di morire, non del cancro. Neanche l’intervento mi ha spaventato”. Fondamentale è stata la presenza del marito – un amore nato tra i banchi di scuola – e della famiglia. Angela infatti ha due fratelli e un’altra sorella è zia di ben 13 nipoti: “La famiglia è la mia forza, il mio punto fermo, così come la fede. Sono credente e questo mi ha aiutato ad affrontare la malattia”. Anche le cugine hanno avuto un ruolo fondamentale cosi come le amiche che mai l’hanno lasciata sola.
Ma Angela non si autoesclude. Tra alti e bassi non tralascia i suoi tanti interessi. Adora stare in compagnia e fa parte di un gruppo teatrale parrocchiale, crea col cucito creativo e non si abbatte mai. Anzi. A 44 anni, “da casalinga felice, mi sono rimessa in gioco e mi sono iscritta alla Scuola di Estetica attratta dal make up. Ho fatto i tre anni, ho conseguito l’attestato. Ho partecipato anche a corsi esterni sempre inerenti il make up ed ho tenuto io stessa dei corsi all’interno di percorsi formativi”. Ma non solo, ha partecipato anche al corso di aggiornamento in Estetica oncologica e proprio in quello stesso periodo ha scoperto di avere un tumore.
“A quel punto non mi sono tirata indietro, il corso mi interessava ancora di più, mi toccava da vicino. Mi serviva per capire come e se avrei potuto affrontare al meglio la malattia. E l’ho portato a termine”.
Ma le terapie hanno cambiato anche il suo rapporto con lo specchio: “Mi hanno trasformata prima la malattia e poi le cure. Il primo anno di mare ero terrorizzata perché non mi sentivo a mio agio e nel mio corpo”. Oggi però si approccia alla vita diversamente. Sono cambiate le priorità e sono caduti gli schemi ma non le sue certezze:
“Senza amore non si costruisce e siamo tutti costruttori di felicità”.
Natia Malaspina
Giornalista